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Lettera: il non voto al Pd. Cronaca di un’eutanasia operaia

  • 07
    2022
    Nov
    11:47 am
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Mi chiamo Francesco ho 58 anni; due figli, forse uno si laurea quest’anno, l’altra si è appena iscritta all’università. Sono sposato con Caterina, tutte e due lavoriamo per fortuna e la famiglia di lei ci ha aiutato con i ragazzi anche economicamente.

Sono cresciuto nei palazzi popolari di Rozzano eravamo tantissimi, dopo la scuola dell’obbligo poca voglia di studiare tanta voglia di giocare a calcio e divertirsi con le scarse risorse economiche di cui disponevo…quindi a lavorare. Attorno a Rozzano c’erano un tessuto produttivo che assorbiva buona parte della popolazione e così mi sono trovato un posto di lavoro in una delle fabbriche più importanti della zona: contratto di formazione di 24 mesi, poi assunto a tempo indeterminato wow…con il contratto a tempo indeterminato all’Alcan di Pieve ti si aprivano diversi orizzonti tra cui l’accesso a un mutuo. Dopo essere stato assunto a tempo indeterminato mi sono iscritto al sindacato e non mi sono perso nessuna assemblea nessuno sciopero nessuna iniziativa sindacale. Arriva il terremoto di mani pulite e in fabbrica se ne parlava perché fu un vero collasso della prima repubblica c’erano dentro tutti: “tutto un magna magna” si diceva in fabbrica.

Il nuovo che avanza
Nel ‘94 si butta in politica Berlusconi, alcuni miei compagni di lavoro dicevano “Quello lì è buono hai visto cosa ha fatto col Milan”… e il cavaliere le vinse poi le elezioni. Come primo provvedimento volle portare dai 35 anni di contributi ai 40 per andare in pensione: “Ma come? Pino è andato in pensione a fine anno con 35 anni e io che li maturo a gennaio devo stare qua altri cinque anni?” Apriti cielo, mobilitazione generale.
È stato un periodo divertente facevamo scioperi ogni settimana, cortei sulla provinciale un cazzo di casino, fino alla manifestazione nazionale di Roma. Siamo partiti dalla fabbrica in 50, treno speciale, che notte ragazzi!

Cade il primo govermno Berlusconi
Il governo tecnico Dini (appoggio esterno del Pds) mette una pezza alla riforma delle pensioni si inventano una gradualità che passa ai 37/38 anni di contributi, ma allo stesso tempo modifica il calcolo e introduce il nuovo modello di calcolo tutto contributivo: in pratica chi non aveva 18 anni di contributi nel ‘96, quando andrà in pensione sarà povero!
Poi sempre nel solco del riformismo si inizia a parlare di come riformare lo statuto dei lavoratori bla,bla,bla… ma il senso era superare l’art 18. “Ma come? D’Alema permette tutto questo? Meno male che c’è Bertinotti”, si diceva in fabbrica.

Primo governo Prodi (ora e sempre desistenza)
Minchia abbiamo vinto l’elezioni, ma in fabbrica non si respirava una grande aria di vittoria insomma visto quello che avevano fatto con le pensioni… Infatti il Pacchetto Treu introduce il lavoro interinale, si inventano la supercazzola dei lavoratori ad alto profilo che non vogliono rimanere prigionieri del posto fisso. Ma che cazzo dicono questi…

Secondo governo Berlusconi
E ricomincia la tarantella….sembra che chi viva di reddito da lavoro dipendente sia un cazzo di mantenuto e quindi lo statuto dei lavoratori viene messo nel mirino ma la Fiom resiste e in fabbrica si vede il peso dell’organizzazione cazzo, ma fuori le condizioni di lavoro peggiorano per tutti, comunque paradossalmente con il nemico al governo il clima era più frizzante e poi c’era il G8…

E il tempo passa
Di governo in governo il tempo passa, tutti gli attacchi allo Statuto dei lavoratori vengono respinti, ma si espande nella società il solito ritornello: dare più libertà all’impresa che crea lavoro e benessere per tutti; pensiero riesce anche ad attecchire nel sindacato, che è diviso. Marchionne diventa il simbolo del manager moderno illuminato, Berlusconi è al terzo governo e l’economia sprofonda, sprofonda a tal punto che il Cav. è costretto alle dimissioni echecazz era ora….

Lacrime e sangue
L’economia crolla i ricchi diventano più ricchi e i poveri sempre più poveri. “Ma com’è prima con uno stipendio ci campavo e adesso faccio fatica ad arrivare a fine mese, tra bollette, mutuo, spesa, qua la domenica sera non vado più a mangiare una la pizza, ci vuole qualcuno che faccia qualcosa”… arrivano i Bocconiani.
Il governo tecnico di Monti ovviamente mette nel mirino le pensioni, e te pareva, però insomma i provvedimenti dovranno essere votati anche dal Pd… appunto votati. La riforma Fornero porta la pensione a 43 anni di contributi con l’aggravio della “carota dell’aspettativa di vita” vai te a capire come cazzo si calcola però una cosa ho capito che mi tocca stare in fabbrica a fare i turni fino a 63 anni ma che cazz… affanculo pure al Pd che ha votato il governo… “Aveva ragione Berlusconi”, dice Giacomino.

Governo Renzi
Il magnifico rottamatore giovane brillante, finalmente la sinistra ha trovato il suo leader, ben visto da tutti, riesce addirittura a redistribuire 80 euro al mese ai redditi sotto i 25.000 euro lordi… “Minchia erano anni che non succedeva”, si mormora nei luoghi di lavoro…. effettivamente anch’io, insomma, visto che i rinnovi contrattuali ce li fanno sudare…

Jobs Act
A me sembra che quando non parlano italiano mi vogliono fregare”, dice Giacomo mio collega di turno al laminatoio. Non ci siamo persi uno sciopero, una manifestazione, iscritti dall’87 alla Fiom, disillusi dalla politica, orfani di quel senso d’appartenenza che ci faceva votare lo stesso partito e insieme a noi c’erano parecchi di compagni che lo votavano, avevamo fatto la cellula in fabbrica. Poi man mano, insomma…siamo rimasti in tre. Il giovane Renzi segretario del Partito democratico, astro nascente e Presidente del consiglio di un governo di centrosinistra abolisce l’art 18 dello Statuto dei lavoratori… ma come cazzo si fa… proprio lui…. il partito ma perché???

*Francesco
*La vignetta è di Giovanni Beduschi