Forza Lavoro Body Wrapper

C come CONFLITTO

  • 07
    2022
    Nov
    11:20 am
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Dopo due settimane di trasferta il Dott. Taddei ritornava nella sede di Milano.
Nel periodo che era stato fuori sede aveva avuto modo d’apprezzare il lavoro di Simona, la sua nuova segretaria, che aveva iniziato a lavorare il giorno stesso in cui lui era partito per la sede europea.

Avevano comunicato solo via e-mail, ma lei aveva sempre risposte in maniera rapida e molto precisa.
Taddei era soddisfatto, aveva insistito con l’ufficio delle Risorse Umane perché assumessero una persona laureata e con qualche anno d’esperienza nel settore, ma giovane.
Non era stato facile trovare un candidato con il profilo desiderato anche perché Taddei non voleva uomini. Nonostante il responsabile delle Risorse Umane gli dicesse che la figura della segretaria di direzione fosse superata Taddei si era imposto, la posizione in azienda glielo consentiva.
L’ampio ufficio di Taddei era preceduto da un ingresso dove, oltre ad un armadio, un mobile basso che nascondeva un piccolo frigorifero, c’era la scrivania di Simona.
Arrivò verso le nove, la nuova assunta era già in ufficio. Un paio d’ore dopo, dalla sua scrivania la chiamò.
“Simona, mi porti un caffè”.
Passarono uno, due, qualche minuto, ma il caffè non arrivò.
Taddei pensò che Simona si fosse allontanata, s’alzò per verificare.
Lei era seduta al lavoro davanti al pc e non gli dava l’impressione d’essere in procinto di preparare il caffè.
Taddei pensò che non avesse sentito e rifece la richiesta.
“Simona mi faccia un caffè”.
“Preferirei di no”.
Come se non avesse sentito la risposta Taddei continuò. “Quella è la macchinetta del caffè, io non sono capace d’usarla ma sono certo che lei sarà in grado di farlo. Non è necessario lo zucchero, lo prendo amaro. Me lo porti alla scrivania”.
Preferirei di no.
Ora aveva sentito. Era chiaro che il preferirei era solo per gentilezza, la risposta era no, il caffè non glielo avrebbe portato.
Taddei non sapeva come comportarsi, non capiva se era stupito, incazzato, se si sentisse preso in giro per una risposta che gli sembrava di conoscere.
Chiuse bruscamente la porta e tornò alla sua scrivania.
Ma come si permette questa ragazzina di non portarmi il caffè, è la mia segretaria è un suo dovere!
Questi e altri pensieri alimentavano il nervosismo di Taddei mentre cercava la copia dell’ultimo contratto nazionale di lavoro, qualcuno gli aveva detto che conteneva le mansioni, o qualcosa di simile.
Cercò, ma non trovò nulla che dicesse che doveva portargli il caffè.
Chiamò il responsabile delle Risorse Umane per sapere se c’era qualche procedura aziendale che obbligasse la ragazzina a portargli il caffè, ma non c’era niente.
Quella sera a casa mentre sua moglie sparecchiava e sistemava la cucina riprese i libri dell’università cercando se ci fosse qualche suggerimento per gestire il personale conflittuale, forse trovò qualcosa.
Il giorno successivo verso le undici: “Simona per cortesia mi porti il caffè. Grazie.”
“Preferirei di no”.
Taddei furioso s’alzò dalla scrivania, in un attimo raggiunse la scrivania di Simona, ma non seppe cosa dirgli.
Chiuse con forza la porta e tornò alla sua scrivania.
Quella sera a casa, mentre sua moglie metteva a letto i bambini, si mise a leggere le e-mail rimaste arretrate.
Scorse velocemente i mittenti, c’era anche lei.
Penso che la ragazzina sicuramente gli scrivesse per scusarsi del suo comportamento.
Aprì la e-mail, nessuna scusa, solo lavoro, eccellente lavoro.
Qualche giorno dopo rovistando nei cassetti della scrivania, Taddei trovò la chiavetta per il distributore aziendale di caffè e snacks.
Da quando aveva fatto acquistare la macchinetta per l’ufficio non l’aveva più utilizzata.
Erano le undici, decise d’andare a prendersi un caffè.
L’ufficio oltre alla porta, ormai sempre chiusa, che lo divideva dall’ingresso aveva anche un’altra uscita sul corridoio del piano.
Scese al piano terreno dove c’era la zona con i distributori.
Mise la chiavetta nel distributore ma, credito insufficiente.
Estrasse la chiavetta con foga, e quasi in preda di una crisi di nervi si guardò attorno sperando che qualcuno lo aiutasse.
Non c’era nessuno.
Nessuno tranne lei.
Simona lo guardava.

“Dott. Taddei le offro il caffè”.