
Maurizio Borghi
Negli ultimi mesi, anche negli ultimi giorni si sono succedute svariate iniziative ambientaliste, caratterizzate da atti eclatanti, purtroppo in alcuni casi perseguiti anche penalmente, come il caso dell’imbrattamento del Senato e relative polemiche.

Lungi da noi dare un giudizio su tali vicende, sorge però spontaneo il desiderio di analizzare e comprendere i motivi della radicalizzazione di queste iniziative che sicuramente nascono per tutelare l’ambiente e stimolare azioni serie verso il cambiamento, ma che non sono quelle “usuali” del “mondo ambientalista”.

C’è tanta stanchezza in giro, tanta frustrazione da parte delle giovani generazioni: il popolo di Greta e i Fridays for future, ma anche da parte delle associazioni ambientaliste, che manifestano con azioni positive e propositive verso il legislatore rimanendo inascoltati, esattamente come i nostri ragazzi.
Le aziende petrolifere sapevano già dagli anni ’70 che si stava andando verso un cambiamento climatico grave e forse irreversibile e ciò nonostante hanno nascosto questi dati.
Anche le varie COP 20, 21, …27 ora 28 non hanno sortito nulla anzi, la prossima è prevista in paese arabo e presieduta da un petroliere.
Ecco quindi che Greta viene allontanata a forza da una cittadina tedesca; ecco i giovani che bloccano le strade; che si incollano letteralmente alle teche dei dipinti o imbrattano i monumenti, in modo innocuo.
È alquanto difficile condividere il metodo da parte di chi come me opera nel volontariato ambientalista dagli anni ’80, fatto di tante piazze e iniziative e tante battaglie piccole e grandi combattute con poche soddisfazioni.
Però comprendo la rabbia del sentirsi inascoltati. Dobbiamo preoccuparci per ciò che “viene avanti”, per quel liberi tutti, di pensare investimenti sciagurati, che non vanno nella direzione della tutela ambientale, fatto di caccia libera, di cannoni sparaneve, impianti sciistici a bassa quota, di trivellazioni inutili. Dopo trent’anni e più si è stanchi di dire basta e che “ve l’avevamo detto”.

Il legislatore deve agire e l’esecutivo non può solo condannare le ultime iniziative, cercando di produrre “pene esemplari”; deve agire per il benessere, quel benessere che ci è dato da un ambiente sostenibile ed equilibrato, non da posizioni insostenibili e irreversibili.
Ascoltate i giovani, non si stanno certo divertendo a con questi forti gesti di denuncia.
Ascoltate e agite, per il bene comune.